20130817

[Novel] Rairaku Rei -「K」Side:Red pag 253-260 (Intervallo#4) - traduzione




K SIDE:RED
Intervallo #4 (pag 253-260)



---



Autore: Rairaku Rei (GoRA)
Illustrazioni Suzuki Shingo (GoHands)
(traduzione: 9*7)




Intervallo

Tu-tum, pulsò il cuore.
Suoh sentì che il suo battito cardiaco si stava come sincronizzando con qualcosa.
Ma cosa?
Provò la strana sensazione che il confine tra lui e il mondo esterno si facesse d’un tratto più vago. Il dolore provato fino a un attimo prima aveva disposto il suo corpo in un limbo, e la sensazione genuina di essere vivo al punto da sentire la pelle bruciare andava spegnendosi. Improvvisamente, come fosse la salma di una medusa sciolta nel mare, ebbe l'impressione di essere sul punto di dissolversi dal mondo.
King?
Mikoto?
Sentì le voci incerte di Totsuka e Kusanagi che lo chiamavano da lontano.
Non era il momento di perdere la ragione. Erano in trappola in un vicolo cieco, un attimo di distrazione sarebbe costata loro la vita.
La sua mente era più o meno sveglia e sembrava riuscisse a valutare la situazione, ma la sensazione di afferrare il mondo circostante naufragava senza riuscire a tornare.
Sono impazzito?, si chiese la mente apparentemente lucida, da un luogo a debita distanza dalla coscienza.
Tu-tum, pulsò di nuovo il cuore.
Il battito si era collegato. Un battito identico risuonò nell’aria.
Con cos’è che si è collegato?
(Con la “Lastra d’Ardesia”).
Sentendo la risposta fornitagli dal suo inconscio, Suoh aggrottò la fronte.
E cosa sarebbe questa “Lastra d’Ardesia”?, rispose la sua mente, sempre da quel luogo distante. Il terreno scomparve da sotto i suoi piedi.
Suoh galleggiava nel cuore dell’oscurità più nera.
Un’oscurità senza confini, simile allo spazio.
Sono morto?, pensò.
È questo l’altro mondo? Oppure è ciò che chiamano sogno prima di morire – “l' esperienza ai confini morte”?, rifletté.
Il cuore si era calmato. Nonostante gli rimanesse solo da decidere se fosse già morto o se fosse sul punto di farlo, stranamente non trovava motivo di allarmarsi.
In quell’istante, sotto ai suoi piedi si formò una tavola rocciosa.
Sulla superficie portava inciso un disegno che ricordava un labirinto circolare. Era una tavola larga almeno sei tatami (=10mq).
Tu-tum, pulsò il cuore. A quel battito, il disegno sulla “Lastra d’Ardesia” si illuminò per un istante.
Tu-tum, il cuore di Suoh e la “Lastra d’Ardesia” pulsarono all’unisono. Si sintonizzarono.
Con il ripetersi dei battiti, la luce del disegno sulla "Lastra" si fece più forte e più decisa.
Tu-tum, tu-tum, tutumtutumtutum.
Quando i battiti del cuore di Suoh raggiunsero il limite, la luce si spense con un soffio.
Ma l’attimo dopo, il centro della “Lastra” si illuminò di una luce ancora più forte che cominciò a propagarsi ricalcando il disegno circostante. Come fosse un flusso d’acqua in un sistema articolato di tubature, la luce rossa riempì completamente le scanalature del disegno, e brillò con vigore.
Suoh venne inghiottito dalla luce rossa e percepì di essere divenuto un tutt’uno con la “Lastra”.
Sentì il magma ribollire dentro il suo corpo. Non riuscì a trovare paragoni per quel calore e quel vigore.
Pervaso dal flusso di forza caldo e impetuoso che gli stava quasi bruciando il corpo, sentì la coscienza sbiadirsi e su quel bianco cominciarono a riversarsi diverse informazioni.
Si potrebbero definire i ricordi della “Lastra d’Ardesia”.
Il potere della “Lastra”, i ricordi della “Lastra”, i pensieri della “Lastra”.
La “Lastra” si collegò con l’anima di Suoh------e lo scelse.



Nello stesso istante in cui Suoh riaprì gli occhi, l’aria sopra la sua testa si increspò.
Come sprigionato dal cuore di un’esplosione, apparve un gigantesco corpo di luce dalla forma di una spada.
“Gah…!” si lamentò Suoh, avvertendo una forza violenta che lo sballottava da dentro. L’attimo dopo, la luce rossa che rivestiva il suo corpo si espanse all’esterno, divenne fuoco e bruciò, lambendo ciò che lo circondava.
Nonostante questo, il calore impetuoso che avvertiva dentro di sé non voleva saperne di assestarsi e continuava a divorarlo e a logorarlo. Quel potere inesauribile incrinò il terreno ai suoi piedi e quella crepa cominciò ad espandersi in modo radiale.
Se solo provava a contenere quella forza veniva assalito da un violento mal di testa.
Questa stanchezza deriva dal fatto che tento di fermarla?
Improvvisamente una tentazione si impadronì di lui. Se avesse lasciato che quel magma continuasse ad uscire, non si sarebbe forse sentito meglio?
Era una tentazione dolcissima.
Ma proprio mentre era sul punto di cedere, sentì una voce che lo chiamava.
“King!”
Era la voce di Totsuka. Per uno che non fa altro che sorridere spensieratamente tutto il tempo, il tono era piuttosto disperato.
Suoh fece schioccare la lingua.
Aah, piantala con questo “King”! È proprio a causa di quella tua abitudine di chiamarmi in quel modo che è andata a finire così!
A poco a poco, Suoh riacquistò le forze.
Trasudando luce dal suo corpo, si voltò lentamente a guardare indietro.
L’asfalto era incrinato da una crepa radiale il cui centro era proprio lui; gli edifici tutt’intorno erano bruciati e anneriti dal fuoco.
In quello scenario raccapricciante, Totsuka e Kusanagi se ne stavano immobili con aria assente. A prima vista sembrava che non avessero riportato ferite.
Suoh esibì un sorriso disperato.
“…Avete un momento per ascoltare un discorso stupido?”
A quelle parole indolenti, pronunciate con un sorriso imperscrutabile, Kusanagi mostrò un’espressione stupefatta rotta solo dal tentativo di sorridere.
“Ma no… lascia stare. Quello che è successo è già abbastanza stupido…” disse indicando il cielo con il dito. “Sulla tua testa è comparsa una spada”.
Al tono forzatamente ironico di Kusanagi, Suoh rise con il naso.
“Il Re Rosso… eh…?”
Naturalmente anche Kusanagi conosceva la leggenda metropolitana del Re Rosso. Come Suoh, l’aveva sentita da Totsuka. Suoh non sapeva quanto Totsuka avesse preso sul serio quella storia però una volta, scherzosamente, lui gli aveva detto: “Se il Re Rosso esistesse davvero, sono certo che tu potresti diventarlo.”
Suoh si fermò un attimo a riflettere per capire da dove poteva cominciare a raccontare della “Lastra”, del potere e della conoscenza che aveva acquisito, ma alla fine, pensando fosse una seccatura, ci rinunciò.
Chiuse gli occhi. Strinse le mani in due pugni e le alzò.
Concentrò lì la sua coscienza.
Ricordando il momento in cui era stato investito dei suoi poteri dopo che la sua anima si era collegata con la “Lastra d’Ardesia”, evocò nelle sue mani la fiamma che attingeva dal magma che ribolliva dentro di lui.
Lentamente aprì i pugni. Due fiamme ricoprivano completamente i suoi palmi.
Kusanagi e Totsuka guardarono la scena trattenendo il respiro.
Suoh porse le mani infuocate ai due, con un movimento leggero.
Con un sorriso svogliato, senza dare alcuna spiegazione, disse solo: “Che intenzioni avete? Le afferrate o no?”
Nonostante l’insensatezza della situazione, Kusanagi e Totsuka non ebbero la minima esitazione.



La mano destra e la mano sinistra contenenti la fiamma di Suoh.
Kusanagi afferrò la destra e Totsuka la sinistra.
Kusanagi acquisì un potere spropositato, Totsuka a malapena quello di conservare il fuoco dentro il suo corpo.
Kusanagi divenne per Suoh la spada della razionalità, Totsuka divenne la catena in grado di tenere a freno Suoh le volte che si fosse lasciato andare più del dovuto.
Non fu chiaro se ciò fosse dovuto alla differenza caratteriale dei due o se fosse stato lo stesso Suoh a disporre di loro in modi così diversi consciamente o inconsciamente.

Il Re Rosso e i suoi due clansman.
Quella fu la forma originaria del Clan Rosso.


Nessun commento:

Posta un commento